software

Scegliere un software compliance, governance e qualità per un’azienda è fondamentale, per avviare un processo che possa portare ad un miglioramento continuo. Si tratta di voler avviare processi lavorativi per agire in maniera più agile all’insegna dell’operatività che diventa molto più semplice da mettere in atto. Non a caso, infatti, abbiamo precisato che un software di questo genere possa rivelarsi essenziale per il miglioramento continuo dei sistemi aziendali. Ma vogliamo veramente soffermarci sulla questione e spiegare in maniera più dettagliata perché un software per la compliance, la governance e la qualità è così importante per la gestione aziendale. Andiamo a vedere tutti gli aspetti in maniera più precisa.

L’importanza di un software per il risk management

Quando facciamo riferimento ad un software di questo genere, parliamo essenzialmente di un Software Risk e Compliance. Infatti anche il risk management può trarre molti benefici dal digitale. Lo possiamo comprendere, se esaminiamo quali sono le principali funzioni di un software per la gestione del rischio.

Una di esse, forse la più importante, consiste nella creazione di un registro digitale dei rischi, con la possibilità di realizzare anche delle misure preventive che indicano all’utente come operare in ogni fase del processo.

Inoltre un software di questo genere, per quanto riguarda la gestione del rischio, si occupa essenzialmente di riuscire a mettere in atto tutti quegli aggiornamenti che riguardano la documentazione, tenendo conto di scadenze digitali e task, evitando ogni forma di ritardo e di dimenticanza.

Ma ci sono anche altre funzioni che si possono attribuire ad un programma di questo genere, come, per esempio, la valutazione e la ponderazione del rischio e tutto ciò che riguarda la gestione dei report.

In particolare questi ultimi, che vengono generati periodicamente, si rivelano essenziali perché consentono di monitorare l’andamento del rischio nel corso del tempo.

Software per la compliance: il miglioramento continuo

La scelta di un software per la compliance, governance e qualità può rivelarsi davvero molto importante per il miglioramento continuo di un’azienda, perché significa avere la possibilità di gestire secondo parametri digitali molti aspetti.

Fra questi, infatti, sono tenuti in grande considerazione i documenti, i rischi, gli aspetti di non conformità e gli audit. Tutto l’insieme di questi elementi è veramente molto importante per perseguire il miglioramento continuo della gestione aziendale e per arrivare ad un incremento dei risultati grazie alla gestione dei processi in modalità agile.

Ma che cosa si intende in maniera precisa con miglioramento continuo? Già da tempo la riflessione su questo argomento è stata avviata da parte degli esperti del settore, che sono giunti alla conclusione che si tratta della possibilità di avviare un circolo virtuoso nell’ambito del quale entrano in gioco tutte le attività che riguardano l’organizzazione dei processi.

Da questo punto di vista si deve predisporre un’attenta interazione delle attività di pianificazione e di realizzazione del lavoro. Si devono analizzare in maniera molto attenta le performance, anche per giungere all’obiettivo di eliminare gli sprechi.

Tutto inizia da una più efficiente pianificazione, in modo da avere la possibilità di agganciare alle varie fasi tutti gli altri step che ne conseguono. Non bisogna dimenticare naturalmente che il digitale assume sempre più importanza nell’ambito della nostra vita quotidiana e non può non influenzare la gestione delle organizzazioni.

Poiché i processi delle aziende sono sempre più sostenuti da soluzioni software e servizi digitali, è logico che i programmi più efficienti proprio dal punto di vista digitale servano attualmente al miglioramento dei processi. Il vantaggio di un software per la compliance, governance e qualità consiste proprio nel poter avere un sistema unico che regola a livello digitale tutti i processi di produzione e di messa a punto dei servizi.

auto

Quando si rende necessario cambiare l’autoveicolo, gli automobilisti italiani, da qualche anno a questa parte, hanno dinanzi a loro non solo le classiche opportunità di acquistarne uno di nuova immatricolazione o usato. Grazie al noleggio a lungo termine, infatti, possono entrare in possesso di un’autovettura senza dover sborsare una cifra elevata del proprio patrimonio o indebitarsi sul sistema finanziario.

Niente assegni o bonifici da destinare alla concessionaria o al venditore privato, ma solo una comoda rata mensile che consente, sin da subito, di poter afferrare il volante del veicolo scelto. Il noleggio a lungo termine, quindi, è a tutti gli effetti un canone di locazione con durata e chilometraggio già pattuito nel momento in cui si stipula il contratto.

Noleggio a lungo termine, soluzione totalmente differente rispetto al leasing

Una formula innovativa decisamente apprezzata dai consumatori italiani, come testimonia quanto avvenuto nel 2020. In un anno in cui l’incertezza finanziaria, complice la pandemia, l’ha fatta da padrona, il settore del noleggio a lungo termine ha fatto registrare un significativo +30%, con un indice di gradimento da parte dei fruitori particolarmente elevato. Un trend, oltretutto, che è proseguito anche nel 2021, ad ulteriore evidenza di come il “rent a car” rappresenti una soluzione efficace ed economicamente vantaggiosa.

Il noleggio a lungo termine, però, non dev’essere confuso col leasing, formula che consente di guidare un veicolo senza dover ricorrere ad un esborso iniziale o ad un finanziamento. Le differenze tra le due soluzioni sono sostanziali e non di poco conto: nel leasing, infatti, il pagamento delle rate è finalizzato all’acquisto finale del bene, che si conclude con una maxi-rata finale di importa talvolta non contenuta, mentre nel noleggio a lungo termine il canone mensile non comporta alcun obbligo di acquisto quando il contratto giunge alla propria naturale scadenza.

Ben si comprende, quindi, come il noleggio a lungo termine consenta di ottenere dei vantaggi non irrilevanti. Per capire realmente quanto può durare e/o costare un noleggio a lungo termine basterà collegarti ad una piattaforma dedicata ed iniziare a visionare il catalogo. Successivamente, una volta deciso il modello di auto da noleggiare, sarà possibile ottenere tutte le specifiche del caso.

Di norma, i contratti NLT prevedono, sin dalla loro stipula, un chilometraggio totale definito e possono essere di durata variabile tra i 12 e 60 mesi. Al termine del contratto, il noleggiante ha dinanzi a sé tre opzioni: acquistare la macchina, soluzione – dati alla mano – poco gradita dagli italiani; rinnovare il contratto fino ad un massimo di ulteriori cinque anni; iniziare un nuovo contratto con un altro veicolo.

Noleggio a lungo termine: cosa è incluso nel pagamento della rata

Scegliere il Noleggio a lungo termine consente, inoltre, di poter cogliere alcuni benefit rispetto al possesso di un autoveicolo. Basti pensare, ad esempio, a tutti gli oneri di natura fiscale che sono inclusi nel pagamento della rata: dall’imposta provinciale di trascrizione alla tassa di possesso per giungere al fastidiosissimo bollo auto, che rappresenta un autentico salasso, in molti casi, per le famiglie italiane.

La rata, inoltre, comprende il costo annuo relativo all’assicurazione auto, che, oltre alla RC prevista obbligatoriamente per legge, deve includere altre fondamentali coperture: la garanzia contro gli infortuni del conducente; l’assicurazione furto e incendio; assicurazione contro ulteriori danni (ad esempio, rottura cristalli). Addio ad infiniti preventivi online o nelle agenzie assicurative alla ricerca della polizza meno onerosa: la macchina è assicurata, con tutte le più importanti coperture, direttamente dal noleggiatore.

Nel contratto, inoltre, sono già previsti gli interventi di manutenzione ordinaria del veicolo, oltre a quelle di carattere straordinario, previsti nel caso in cui ci fossero dei guasti non imputabili all’utilizzatore o causati da fattori esterni imprevedibili. Nel canone è compreso anche il cambio degli pneumatici, l’assistenza stradale e l’utilizzo di una vettura sostitutiva in caso di guasto o sinistro.

ascensore

Gli ascensori condominiali sono sempre più diffusi all’interno di realtà differenti che, per questo motivo, si mostrano sicuramente come più moderne per diverse caratteristiche e sotto diversi punti di vista. L’importanza di un ascensore risulta essere sicuramente riconosciuta, specie all’interno di un condominio all’interno del quale sono tantissime le persone che hanno bisogno di spostarsi per raggiungere il proprio piano, per motivi differenti. Ovviamente, però, le esigenze che portano alla realizzazione di un ascensore sono molteplici e, soprattutto nella natura di un condominio, sarà fondamentale prendere in considerazione tutte le possibili misure per riuscire a realizzare una concreta modernizzazione degli ascensori condominiali. Vale la pena approfondire, a questo punto, tutto ciò che c’è da sapere a questo proposito. 

Come applicare misure per disabili modernizzando un ascensore

La prima cosa che c’è da sapere, relativamente alla modernizzazione di un ascensore condominiale, riguarda effettivamente le aggiunte che potranno essere previste all’interno di uno strumento di questo tipo. Generalmente, gli ascensori sono adibiti alla semplice funzione di trasporto, dal momento che dovranno giungere verso il piano precedente o successivo superando i dislivelli caratterizzati da più piani presenti all’interno di un condominio. Tuttavia, gli ascensori tradizionali peccano, molto spesso, della mancanza di supporti necessari per persone anziane o disabili, che faranno particolare fatica a entrare all’interno di un ascensore e che, di solito, hanno bisogno di un supporto esterno. 

Ciò è determinato dalla mancanza di una pedana che permetta di accedere all’interno dell’ascensore senza sforzo, o dalla presenza di una pulsantiera posta troppo in alto e, dunque, irraggiungibile da parte delle persone disabili. Infine, un’ultima caratteristica spesso mancante, all’interno di numerosi ascensori, è quella di un supporto a cui agganciarsi o aggrapparsi durante il trasporto, fondamentale per persone anziane o disabili che sicuramente non riusciranno a stare in piedi nel migliore dei modi e che, dunque, avranno bisogno di un supporto continuo anche durante lo spostamento in ascensore. Per questo motivo, il primo proposito che riguarderà la modernizzazione degli ascensori condominiali è di questo tipo, e dovrà prevedere, al di là delle caratteristiche precedentemente menzionate, anche altri parametri relativi alla gestione della sicurezza dell’impianto, come un tasto di allarme o di comunicazione di emergenza, che dovranno essere predisposti per riuscire ad agevolare il viaggio a chiunque, in base alle proprie esigenze.

Riduzione dei consumi energetici di un ascensore condominiale

Seconda importantissima caratteristica che riguarda la modernizzazione di un ascensore è di natura prettamente elettrica; il consumo, in termini energetici, di un ascensore è particolarmente elevato, dal momento che la predisposizione tradizionale di uno strumento di questo tipo è realizzata, molto spesso, attraverso delle mancanze di natura prettamente strutturale. In altre parole, gli ascensori sono realizzati secondo un modello tradizionale e vetusto che porta i consumi ad aumentare considerevolmente, nonostante l’utilizzo degli ascensori sia relativamente basso all’interno di un condominio. Le statistiche sottolineano che, di solito, ascensore è fermo per un massimo di 23 ore al giorno (e 20 ore di media), dal momento che, anche qualora l’utilizzo di uno strumento di questo tipo sia prolungato, il tempo di permanenza all’interno di un ascensore sarà di qualche minuto al massimo; per questo motivo, nelle giornate in cui si utilizza di più l’ascensore, in condomini relativamente numerosi, lo strumento sarà, comunque, utilizzato al massimo per il 5% di una giornata

È importante considerare che un ascensore, nonostante il suo inutilizzo, consumi energia condominiale anche quando è in stand-by. La modernizzazione degli ascensori porta a ridurre i consumi energetici, dal momento che l’ascensore consumerà meno energia sia durante la fase di scorrimento, sia durante la fase di stand by, che riguarda lo strumento nella maggior parte del suo tempo.

Guadagnare con il proprio smartphone è possibile, oltre che essere un sogno di tutti quelli che vogliono ricercare opportunità lavorative che rientrino nel campo dello smart e della tecnologia. Per questo motivo, quindi, c’è bisogno di far riferimento ad una serie di applicazioni che possano permettere agli utenti di guadagnare e accumulare denaro nel modo migliore e più diverso possibile; prima di analizzare nel dettaglio queste applicazioni, è fondamentale essere consapevoli del fatto che i guadagni semplici e veloci non esistono e che, anche in questo caso, ci sarà bisogno di tempo, applicazione e voglia di fare al fine di giungere ad un traguardo ambito, senza farsi scoraggiare dalle cifre che sembrano inarrivabili. Quali sono, quindi, le applicazioni migliori per guadagnare con il proprio smartphone?

Toluna

La prima applicazione che può essere presa in considerazione per il guadagno online è Toluna, la classica applicazione di sondaggi che permette di accumulare punti attraverso la risposta a determinati quesiti che vengono posti direttamente dalla piattaforma o da aziende affiliate, che cercano di inquadrare un preciso target di riferimento. 

Toluna promette di guadagnare accumulando dei punti e rispondendo semplicemente ai sondaggi e, nonostante ci voglia diverso tempo per giovare di un gran numero di punti, essenzialmente è così: tra i piccoli sondaggi dell’app e quelli delle aziende – qualora si sia idonei – si possono accumulare diversi punti da convertire in buoni Amazon, Paypal, voucher Mastercard, Zalando, iTunes e tanto altro ancora.

Stepdrop

Dai sondaggi a tutt’altro tipo di guadagno, Stepdrop si imposta come un’applicazione tutta italiana che premia un preciso mercato di riferimento, quello delle criptovalute: la tecnologia piemontese si basa, infatti, sull’utilizzo dello Young – di cui si possono ricevere informazioni dettagliate se si fa riferimento a piattaforme come criptovalute24.com  -, che può essere accumulato in diversi modi.

Essenzialmente, l’app imposta degli obiettivi quotidiani da soddisfare compiendo un numero preciso di passi, ma non si limita a questo: presenta un suo store dove utilizzare gli Young, lascia informazioni precise sul mercato delle criptovalute e tanto altro ancora.

BeMyEye

Discorso sulle missioni e sull’accumulare denaro analogo se si prende in considerazione BeMyEye, applicazione pensata per il movimento dei mercati e per analizzare se, nel proprio contesto cittadino, esistano prodotti, offerte o promozioni particolari all’interno di un’attività commerciale.

Avviando una missione l’applicazione richiederà di seguire determinati passi in un negozio (vedere promozioni, parlare con titolari, acquistare prodotti), per poi rimborsare qualsiasi spesa e aggiungere sostanziosi bonus, che permetteranno di guadagnare secondo un’ottica alternativa. 

FunX

In un metodo di guadagno completamente diverso, FunX (come dimostra il suo stesso nome) può far guadagnare i propri utenti in modo totalmente diverso: il gioco d’azzardo. Giovando di denaro assolutamente virtuale e accumulabile sulla piattaforma, si possono scambiare grandi somme di coins – si parla di milioni di monete – in buoni Paypal, Amazon, Google Play, iTunes e tanto altro.

L’applicazione permette anche di invitare amici e allargare la propria utenza, per ricevere bonus particolari o, semplicemente, del denaro ulteriore da cumulare.

LinkedIn

L’ultima tra le applicazioni che permettono di guadagnare online è la più classica tra quelle presenti all’interno della classifica. Il suo metodo di guadagno è totalmente differente dalle altre, dal momento che permette di cercare lavoro: proponendo un curriculum su LinkedIn si potrà aver un contatto con aziende e clienti, in modo da poter ottenere, qualora il proprio profilo sia richiesto, riscontri assolutamente positivi.

Call of Duty Mobile

Tenetevi forte, perché la notizia è una di quelle destinate a marcare un “prima e dopo” nella storia recente dei videogame. Sì, perché la celeberrima saga di Call of Duty, probabilmente lo sparatutto più amato di sempre e capace di mantenere attaccate allo schermo un paio di generazioni di giocatori, si appresta a sbarcare anche su smartphone. Senza girarci troppo attorno, Activision ha ben chiaro quale sarà il suo prossimo obiettivo: sfidare sul suo stesso campo il fenomeno degli ultimi anni, capace di strabiliare anche su mobile grazie alla sua modalità di gioco magnetica. Parliamo ovviamente di Fortnite e, anche in questo caso, della sua versione mobile.

Call of Duty Mobile uscirà il prossimo 1 ottobre

Ad annunciare l’importante svolta sono stati sia gli sviluppatori (Trencent) sia il produttore (Activision). La data fissata è anche più vicina di quanto non avessero segnalato i rumors che circolavano da qualche settimana: Call of Duty Mobile sarà rilasciato il prossimo 1 ottobre e arriverà in pompa magna sia su Google Play che su App Store.

Per l’occasione è stato creato anche un account dedicato su Twitter, dove sono comparsi anche i primi gameplay, trailer (in basso potrete godervene uno decisamente coinvolgente) e tanto materiale sulla nuova uscita.

Mentre aspettiamo di capire come questa nuova uscita sarà accolta dai fedelissimi della saga, vale la pena sottolineare le prime indicazioni fornite dagli sviluppatori: stando a quanto dichiarato da Trencent, Call of Duty Mobile avrà un’esperienza di gioco che non sarà troppo diversa a quella “classica” su PC o console che ha determinato il successo di COD negli ultimi 20 anni. E’ ovvio che il passaggio ai controlli touch dovrà giocoforza prevedere una piccola rivoluzione, così come l’esperienza multiplayer non potrà mai essere ben articolata e profonda come le versioni “classiche” degli ultimi capitoli. Controlli touch che hanno peraltro determinato il successo di un’altra tipologia di giochi come quelli offerti da molte piattaforme e che sono ormai diffusissimi grazie a tutte le promozioni disponibili nei siti di casino.

Più semplici ma comunque presenti: alcune modalità multigiocatore sono state già annunciate, si tratta di Team Deathmatch, Search and Destroy e Free-for-All. Tutte e tre saranno peraltro giocabili su mappe differenti (cominciamo quindi già ad intravedere un gioco che non avrà dimensioni esattamente contenute) ed anche in questo caso alcuni nomi sono già stati rivelati: Nuketown, Hijacked e Crash. Insomma, c’è già materiale a sufficienza per avere un impatto positivo con Call of Duty Mobile.

E’ importante sottolineare che anche questo gioco seguirà lo schema ormai classico dei mobile gaming più famosi degli ultimi anni: Call of Duty Mobile sarà scaricabile in forma gratuita ma al suo interno saranno presenti gli ormai immancabili acquisti in-app, anche se non è ancora chiaro quanto peso voglia dare a questi ultimi Activision. Non è tutto: proprio per andare a sfidare Fortnite Mobile, che ormai su smartphone e tablet ha conquistato tantissimi giocatori online, proprio come fatto su console, sarà presente anche una modalità Battle Royale che si preannuncia imperdibile. La data, allora, va cerchiata col “circoletto” rosso sul calendario: 1 ottobre 2019.

Poi toccherà a Call of Duty Modern Warfare

Ottobre si preannuncia un mese caldissimo sul fronte COD visto che è prevista l’uscita anche del nuovo capitolo della saga “tradizionale”. Il giorno 25 del prossimo mese è previsto infatti il lancio di Call of Duty Modern Warfare, affidato allo sviluppo di Infinity Ward. E’ stato già definito come una sorta di “soft-reboot” del capitolo omonimo lanciato qualche anno fa, andando ad operare e a migliorare sia il realismo nelle ambientazioni e nell’esperienza di gioco sia le campagne di giocatore singolo e multiplayer.

I primi riscontri possono arrivare già in queste ore: dalle 19 del 19 settembre alle 19 del 23 settembre è disponibile una nuova beta di COD Modern Warfare, su PS4 e senza alcuna restrizione per l’accesso. Su Xbox One e PC, invece, solo chi ha preordinato il gioco potrà accedere alla beta che durerà fino alle 18 del 20 settembre.

google stadia

19 novembre: è questa la data fissata per l’arrivo globale di Google Stadia. L’Italia per una volta è in prima linea e anche nel nostro paese si potrà usufruire della nuova piattaforma di gaming “virtuale” sin dal day-one. Un’ottima notizia per i tanti appassionati del nostro paese, incuriositi dalle tante novità che porta con sé questo rivoluzionario progetto.

Google Stadia, come ormai molti di voi già sapranno, andrà a supportare diversi dispositivi, anche se – come specificato più volte da Bog G – il modo migliore per godere delle potenzialità di questa piattaforma sarà tramite Chromecast Ultra, ovviamente contando anche su una connessione internet almeno di buon livello. Molti, però, si stanno chiedendo come usare il controller di Google Stadia su Pixel: oggi è arrivata un’importante precisazione dell’azienda di Mountain View che va a sgomberare il campo dagli equivoci proprio sul nuovo controller.

Controller di Google Stadia su Pixel sarà bluetooth?

In basso troverete un video riepilogativo su quanto ci sarà da aspettarsi dal controller di Google Stadia. E no, diciamolo subito: non sarà supportata la connessione bluetooth coi Google Pixel. Piccola parentesi a riguardo: il colosso statunitense ha confermato nelle ultime ore (aggiornando la pagina di supporto ufficiale di Stadia) che la piattaforma di gaming sarà disponibile anche sulla gamma Pixel 2 (quindi oltre al modello standard anche Pixel 2 XL) e sui nuovissimi Google Pixel 4 e 4 XL che sono già di per sé dispositivi rivolti al gaming e a piattaforme che contengono anche strumenti come il simulatore videopoker. Questi smartphone vanno ad aggiungersi ai Google Pixel 3, 3XL, 3a e 3 XL che già erano stati compresi nell’elenco.

Dicevamo, niente connessione bluetooth tra questi device e il controller di Google Stadia. Anzi, come ufficializzato da Big G, quest’ultimo sarà utilizzabile tramite bluetooth soltanto col già citato Chromecast Ultra che, peraltro, sarà l’unico supporto che garantirà anche la fruizione dei contenuti con risoluzione in 4K. Va da sé che per usare il controller di Google Stadia sui Pixel sarà necessaria una connessione via cavo, tramite la porta USB di tipo C che è presente su tutti gli ultimi top di gamma di Mountain View.

Non è tutto: l’azienda californiana ha affrontato anche l’argomento relativo all’audio, specificando che anche in questo caso ci saranno delle limitazioni. Chi pensava di poter usufruire delle proprie cuffie bluetooth per giocare con Stadia dovrà ricredersi. L’audio non sarà trasmesso senza connessione via cavo che, in questo caso, sarà necessaria per tutti i device supportati: il controller vanta comunque l’uscita audio da 3.5 mm, quindi gli auricolari potranno essere connessi anche direttamente lì.

Cosa aspettarsi il prossimo 19 novembre

Come detto, c’è da aspettare ancora poco più di un mese per vedere finalmente all’opera Google Stadia. Vale la pena ricordare che sono previste due tipologie di abbonamento. La prima è Stadia Pro ed avrà un costo di 9.99 euro al mese: sottoscrivendo questo piano si potrà usufruire di tutto il catalogo disponibile (molti tripla A anche se non ci saranno ovviamente i più recenti che saranno venduti singolarmente), mentre dal punto di vista tecnico c’è da segnalare la possibilità di giocare con risoluzione in 4K HDR a 60 fps e avere l’audio surround 5.1.

C’è poi l’utenza Stadia Base che non richiede alcun abbonamento mensile: in questo caso si utilizzerà la piattaforma soltanto per comprare i titoli proposti in catalogo, anche se la risoluzione massima sarà limitata a 1080p e l’audio sarà stereo.

Abbiamo parlato del controller ampiamente ed è quindi doveroso sottolineare che il suo prezzo è di 69 euro. Sarà quindi conveniente per molti comprare la Founders Edition di Google Stadia che comprende: controller in edizione limitata, Chromecast Ultra, tre mesi di abbonamento a Stadia Pro più altri tre da regalare ad un amico e subito due titoli del calibro di Destiny 2 e Red Dead Redemption 2.